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pratiche in caso di pediculosi

Ardenno, 10 ottobre 2022
Ai genitori Scuola Infanzia Primaria e Secondaria I Grado
Ai plessi
Agli atti – al sito
OGGETTO: buone pratiche in caso di pediculosi.
Da alcuni anni ormai si manifesta in modo sempre più frequente il fenomeno della pediculosi nelle scuole italiane, anche nel nostro Istituto. Per evitare disagi e interventi poco adeguati, di seguito si allega un breve sunto delle procedure da poter adottare tratte dalle indicazioni fornite dal Servizio di Igiene SISP- servizio prevenzione ASL.
a. Prevenzione
E’ impossibile prevenire completamente le infestazioni da Pediculus Capitis (Pidocchio). I bambini hanno frequenti contatti diretti e prolungati tra le loro teste ed è frequente lo scambio di oggetti personali (cappelli etc.). Ne consegue che devono essere educati ad evitare o almeno ridurre tali comportamenti. L’unica corretta misura di prevenzione è costituita dall’identificazione precoce dei casi, attuata mediante il controllo settimanale della testa da parte dei genitori. E’ scorretto l’uso a scopo preventivo dei prodotti utilizzati nel trattamento per l’eliminazione dei pidocchi: si tratta di una pratica inutile e dannosa e come tale deve essere energicamente scoraggiata.
b. Misure di prevenzione in ambito familiare
Successivamente all’identificazione di un caso indice, tutti i conviventi devono essere controllati e trattati se positivi. Sebbene la trasmissione tramite fomiti abbia un ruolo meno importante, è opportuno procedere al trattamento degli oggetti personali nel modo seguente:
• spazzole e pettini: immersione per 10 minuti in acqua calda ad almeno 54° C, in cui diluire eventualmente il prodotto indicato per il trattamento;
• biancheria: lavaggio a caldo (60°C) in lavatrice o a secco; altrettanto efficace è la conservazione di tali materiali in sacchi di plastica per 10 giorni.
c. Misure di prevenzione in ambito scolastico e nelle collettività in genere
Gli studi epidemiologici disponibili hanno messo in evidenza che lo screening (controllo delle teste) in ambito scolastico non ha dimostrato di ridurre l’incidenza della parassitosi e non viene quindi raccomandato in quanto si tratta di un intervento di non comprovata efficacia.
L’insegnante che nota segni evidenti di infestazione sul singolo bambino (presenza ictu oculi, ossia senza che sia necessaria un’ispezione, non di competenza del personale scolastico), di lendini e/o del parassita sulla testa del bambino, segnala la sospetta pediculosi al dirigente scolastico (art. 40 del DPR 22.12.67 n. 1518 ), il quale invia ai genitori del bambino ad intraprendere le azioni di trattamento sopra esposte.
Se, invece, è il genitore stesso a notare la presenza sulla testa del bambino, è invitato, dopo aver naturalmente intrapreso il trattamento, a segnalarlo alla comunità scolastica. Sarà obbligo da parte dei docenti e di tutto il personale scolastico tutelare la privacy degli alunni, delle famiglie e, nel contempo, intraprendere il protocollo di prevenzione della diffusione della pediculosi.
d.. Criteri di riammissione scolastica
La normativa specifica stabilisce che il bambino può essere riammesso a scuola “… il giorno dopo il primo trattamento, poiché il rischio di trasmissione è ridotto dalla terapia”. Quindi, si ribadisce, il bambino può tornare a scuola il giorno dopo il trattamento. Non è indispensabile che, contestualmente al trattamento, sia stata effettuata la rimozione delle lendini, anche se è raccomandabile.
L’avvenuto trattamento può essere certificato dal medico curante o dichiarato per iscritto da uno dei genitori/tutori attraverso una autocertificazione scritta (anche sul diario di istituto) da presentare all’insegnante della classe.

Il Dirigente scolastico
Maria Concetta Rosafio
Firma autografa sostituita a mezzo stampa
ai sensi e per gli effetti dell’art. 3, c. 2 D.Lgs. n. 39/93

 

 

 

 

 

 

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